Cinquanta anni fa la nota impresa italiana Salini Impregilo ha partecipato insieme al consorzio Unesco al salvataggio dei millenari templi di Abu Simbel.
Le statue a causa dell’esondazione del Nilo e della creazione della Diga di Assuan rischiavano di sparire per sempre. Furono due le opzioni proposte: quelle di alzare i templi di circa 60 metri oppure spostarli in una zona lontana dal pericolo. Alla fine si optò per la seconda opzione, i templi furono infatti spostati di alcune centinai di metri.
Le operazione di spostamento durarono dal 1960 al 1968. La tecnica impiegata per portare in salvo i templi fu quella di tagliare le opere in blocchi, in totale lo staff di 2000 tecnici specializzati contò 1003 blocchi che vennero poi trasferiti nel nuovo complesso. L’impresa Salini Impregilo ha celebrato questa spedizione pubblicando alcune immagini esclusive della spedizione nel libro ricordo “Nubiana”.
Noi di GESI in questi anni ci siamo spesso imbattuti nella misurazione di molte dighe italiane tra cui: la diga di Persano, la diga di Cannamasca e la diga di Muro Lucano. Effettivamente costruire una diga in un territorio da un lato ha sicuramente un impatto ambientale per il territorio circostante, la sua flora e la sua fauna ma di certo ci sono dei benefici.
Nel caso della diga di Assuan si tratta di un’opera immensa: è lunga 3600m e larga 980m alla base e 40m sulla sommità, per un’altezza di 111m. Arriva a contenere un volume d’acqua di 43 milioni di mc, invece quando le chiuse sono aperte massimo possono far uscire fino a 11.000mc d’acqua. La diga come già detto forma il lago artificiale di Nasser, un lago che una superficie di circa 6000km². La diga nel 1973 scongiurò il pericolo di un’imminente carestia, inoltre nei pressi del lago Nasser si è sviluppata un’industria di pesca che però attualmente è ancora un’attività ai suoi esordi.
La cosa più importante è però il sistema di generazione di energia elettrica, infatti alla diga sono collegati 12 generatori di corrente ciascuno di 175 MW per una potenza installata di più di 2 GW. Negli anni Settanta permise a quasi tutti gli egiziani di avere per la prima volta una connessione elettrica, ad oggi questo sistema riesce a generare più della metà dell’energia elettrica necessaria all’Egitto.
La Diga di Assuan poteva davvero costare cara alla storia dell’Egitto, è per questo che bisogna valutare ogni ipotesi nel momento in cui si progetta un’opera importante come nel caso di una diga!
Una settimana col fiato sospeso e l’Italia in ginocchio per i danni dovuti al maltempo. Si parla di allerta meteo nazionale dato che sono state molte le regioni colpite dal catastrofico maltempo. I danni maggiori si contano in Lazio, Sicilia, Liguria e Campania.
Il governo si è già attivato stanziando dei fondi per le Regioni più colpite dall’ondata di maltempo che ha avvolto l’Italia questo lunedì. Il peggio, però, non sembra essere passato, ora a preccupare la Protezione Civile è l’anomalo livello del fiume Po che rischia di raggiungere un livello di criticità massimo ovvero il superamento della soglia 2. A Piacenza si contano già i primi danni dell’esondazione, il Po ha raggiunto i 6,50 metri e per precauzione alcune vie della città sono state completamente allagate e quindi chiuse al traffico.
Per fortuna questi dovrebbero essere gli ultimi strascichi della tremenda ondata di maltempo, è dunque annunciato un prossimo miglioramento delle condizioni climatiche del Nostro Paese. Una tregua che deve essere utile non solo a riprendersi dai disastri naturali accaduti in questa settimana, ma anche a riflettere quanto tutto ciò sia dovuto all’incuria amministrativa del territorio.
Dunque è possibile evitare lo straripamento di un fiume?
GESI: Operazioni di rilievo topografico del Canale Acquarotta
Premettendo che le catastrofi naturali non sono prevedibili e che dunque una percentuale di colpa non sia imputabile all’incuria amministrativa, è evidente però che l’entità dei danni ci fa pensare che oltre alla natura ci sia la mano dell’uomo dietro a tutto ciò. Il fiume ha bisogno di un proprio spazio, e la natura tende a riprendere gli spazi originari nei casi in cui l’uomo sia intervenuto cementando, costruendo e generalmente deviando i corsi d’acqua. Nelle regioni maggiormente colpite dalle abbondanti piogge si assiste sempre più frequentemente al fenomeno dell’urban flood.
Per le città costruite a ridosso di un fiume è di vitale importanza tenere in corretta manutenzione gli argini e sorvegliarli attentamente durante le piene.
La manutenzione regolare dei fiumi va fatta con criterio e, a proposito di ciò, ci piacerebbe sfatare qualche falso mito sulla pulizia degli alvei fluviali!
Tra gli interventi di gestione e manutenzione dei corsi d’acqua mirati a ridurre il rischio idraulico, vi è la pulizia degli alvei. Con questo termine si intende l’eliminazione della vegetazione che si forma naturalmente sulle golene, ai margini dell’alveo attivo: sembra quindi essere ormai radicata la convinzione che alberi, arbusti, erbe e piante acquatiche a margine dei corsi d’acqua sia considerata sporcizia da rimuovere. Ebbene questo comportamento è del tutto erroneo e vi spieghiamo perchè!
GESI CANALE BOTTARO
La presenza di vegetazione in golena rallenta il flusso delle acque che durante la piena possono trasformare le golene in invasi di emergenza.
La pulizia è necessaria e andrebbe fatta! Di frequente i tronchi di alberi caduti in alveo si incastrano nelle arcate dei ponti, ostruendoli e provocando l’esondazione del fiume tramite il fenomeno della strozzatura idraulica. Il rischio è reale e non si combatte eliminando la vegetazione: questo fenomeno deriva da processi franosi. La vegetazione limitrofa al fiume funge da barriera naturale e intercetta alcuni tronchi provenienti da frane.
Noi di GESI ci siamo spesso trovati ad eseguire rilievi topografici per la difesa del suolo in zone che ben conoscono i fenomeni di esondazione e rischio frane. Nel corso degli anni siamo stati più volte in prima linea in eventi di importanza nazionale, come quello dell’alluvione di Sarno. I nostri elaborati sono stati utilizzati per svariate opere di adeguamento di corsi d’acqua italiani come come il Canale Bottaro, il fiume Mingardo, il Canale Acquarotta, la diga di Persano, la diga di Muro Lucano e la diga di Cannamasca. Per quanto riguarda il fenomeno frane, i nostri rilievi topografici sono stati impiegati per la progettazione della messa in sicurezza di San Rufo, di Calia Casturi e di Chiaia di Luna.
Invitiamo ogni giorno amministratori, professionisti e amici a riflettere su quanto sia importante la manutenzione e il controllo dei fenomeni naturali: per quanto possano essere inevitabili alcuni danni naturali, si può sempre porre rimedio o mitigare gli incidenti con la giusta cura del territorio!
Per ulteriori informazioni vi rimandiamo all’opuscolo della Protezione Civile: ” Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico”.